Da quando ho memoria, ho sempre amato le Mini. Non mi importava se fosse una Morris, una Austin, una Innocenti, una Cooper, una Cooper S... bastava che fosse una Mini, quella dalla forma classica, non le auto dell'era BMW.
Quattro o cinque anni fa, poco prima di poter guidare, desideravo disperatamente averne una come prima auto per imparare. Ovviamente, i miei genitori hanno detto di no. Non avevamo un garage e avrebbero dovuto assumersi almeno in parte la responsabilità fino al momento in cui fossi stato finalmente in grado di guidarla.
Ma nel 2023, le stelle si sono allineate. Con questo intendo dire che avevo preso in prestito l'auto di mia zia per superare l'esame e il simpatico vicario che abitava nella mia strada era felice di lasciarmi usare il suo garage. Bingo! Solo che... mentre ero impegnato a fare l'adulto non proprio benestante, i prezzi delle Mini sembravano essere saliti alle stelle. Una bella Rover MPI non costava più 3000 sterline, ma piuttosto 10.000. Non era proprio il tipo di cifra che potevo permettermi di spendere.
Fortunatamente, alla fine ho trovato quello giusto e nel 2023 ho ricevuto le chiavi di una Rover Mini British Open Classic del 1992, che dopo una trattativa rientrava appena nel mio budget. La frizione era ormai esaurita, non veniva revisionata da alcuni anni e aveva ben oltre 150.000 miglia (241,401 km) all'attivo.

Eppure mi piaceva. Aveva avuto un solo proprietario, era quasi priva di ruggine e aveva persino un tetto in tessuto Webasto (che non funzionava).
Era fantastica e, in meno di due anni, ho percorso altri 3000 miglia senza alcun problema, portandola in Galles, nel Lake District e sulla costa. Con un carburatore MGB, era vivace e, dopo che io e mio padre l'avevamo riportata al suo antico splendore, era una delle migliori in circolazione, se posso dirlo. Ero l'invidia di tutti ogni volta che entravo in una stazione di servizio.



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